Cures Medicina 33 – Colesterolo in eccesso: quando dobbiamo realmente preoccuparci?

07 maggio 2025

Cures Medicina 33

Colesterolo in eccesso: quando dobbiamo realmente preoccuparci?

Chi prima, chi dopo, quasi tutti si interrogano sulla pericolosità o meno dei propri valori di colesterolo. Ma quando c’è realmente da preoccuparsi? Approfitto volentieri, allora, di questa opportunità fornitami dal Centro medico Cures, per spiegare innanzitutto cosa sia il colesterolo e approfondirne le caratteristiche.

Si tratta, infatti, di una molecola lipidica essenziale per il nostro organismo, presente in tutte le cellule del corpo umano, dove svolge funzioni vitali nella formazione delle membrane cellulari e nella produzione di ormoni, di vitamina D e di acidi biliari. Quando i suoi livelli nel sangue aumentano eccessivamente, però, il colesterolo può diventare nocivo e pericoloso.

Tre, in particolare, i fattori che ne influenzano i valori: la predisposizione genetica (sulla quale non si può evidentemente intervenire), l’alimentazione (sarebbe auspicabile, ad esempio, seguire la “nostra” dieta mediterranea) e l’attività fisica (anche qui sarebbe consigliabile almeno una passeggiata di trenta minuti al giorno). Tenere sotto controllo il profilo lipidico, dunque, ci aiuta a ridurre il rischio cardiovascolare, il cui indice dipende proprio dal colesterolo, dall’età, dal sesso, dalla pressione arteriosa e da cattive abitudini quotidiane come il fumo.

In linea generale, comunque, il valore del colesterolo totale va mantenuto al di sotto dei 190mg/dL, ma è fondamentale distinguere in tal senso il colesterolo “buono” (che trasporta il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato per lo smaltimento), da quello “cattivo” (LDL), che viceversa trasferisce il colesterolo dal fegato ai tessuti e il cui aumento è strettamente correlato all’aterosclerosi, dovuta proprio all’accumulo del colesterolo cattivo nelle pareti delle arterie fino a formare le cosiddette “placche”.

Dall’aterosclerosi dipendono, ad esempio, diverse patologie cardiovascolari come l’infarto, l’ictus e l’arteriopatia periferica. Per questo motivo, allora, il livello di colesterolo cattivo dovrebbe mantenersi al di sotto dei 116mg/dL, ma se nel paziente vi fosse un rischio cardiovascolare elevato dovuto, ad esempio, ad un infarto o ad un ictus pregressi, il valore andrebbe ulteriormente ridotto al di sotto dei 55mg/dL per mezzo di un’adeguata terapia ipolipemizzante.

Prevenzione, dunque, ma anche fiducia negli specialisti, per affrontare l’ipercolesterolemia con tutti gli strumenti oggi a disposizione.